Oltre le tre principali, nel centro di Arpino, molte sono le chiese degne della nostra attenzione. Non a caso esse, spesso, presentano caratteri stilistici barocchi e settecenteschi proprio perché costruite o restaurate nel secolo di maggior benessere e ricchezza di questa industre città. Proprio all'ingresso della cittadina si trova la chiesa della Madonna delle Grazie. Di essa si ha notizia storica per il patto del 1463 firmato fra il Papa Pio II Piccolomini, gli Aragonesi e gli Angioini proprio "in Ecclesiae Sanctae Marie Graziarum extra muros terre Arpini". Fu poi ristrutturata nel XVIII sec. Una larga scalinata porta al pronao, che dà importanza e ariosità all'insieme.
Proseguendo verso la piazza e attraversatala troviamo la chiesa dei Santi Carlo e Filippo: chiesa settecentesca alla quale era annesso il collegio di S. Carlo, affidato da Desiderio Merolle ai Padri Barnabiti. Fu, dunque, il primo nucleo di quel centro di cultura che determinerà la nascita del Collegio Tulliano nell'ex monastero delle Cappuccinelle, con annessa la chiesa della Santa Croce del sec. XVII.
Su via dell'Aquila Romana, S. Domenico, di stile barocco, non più consacrata, accoglie il Museo della Lana . Proseguendo si arriva al quartiere Ponte dove è la chiesa di S. Antonio di Padova, di origine trecentesca. Vi si accede con una grande scalinata. Restaurata e riconsacrata nel 1727, dopo la distruzione del terremoto del 1654, oggi si presenta anch'essa con l'interno in stile barocco. Un Crocifisso dello Stolz e una tela del Cavalier d'Arpino, raffigurante la vestizione di S. Antonio, sono custoditi in questa chiesa.
Sulla rocca di Civita Falconara, visibile anche da molto lontano, nei pressi del Castello di Ladislao, sorge la chiesa della Madonna di Loreto. Edificata sulle rovine di una torre poligonale dell'antica cinta di mura, presenta un'abside ottagonale. Custodisce due grandi pitture del Cassevano (sec. XVIII), raffiguranti con gusto popolare e dovizia di particolari la traslazione dalla chiesetta di S. Sebastiano del dipinto della Madonna di Loreto e il ricordo dei Padri Francescani che piantano la Croce a Pizzo Falcone.
Sullo sfondo dei dipinti viene rappresentato il vicino Castello prima dei rimaneggiamenti. Sull'altare centrale, il dipinto de La Madonna di Loreto con la santa casa trasportata dagli angeli. Legata a questa chiesa è la tradizione della vendita di piccole campanelle di terracotta beneauguranti in ricordo di un antico avvenimento. Sembra, infatti, che quando la Madonna fu qui traslata, tutte le campane di Arpino suonassero spontaneamente.
Realizzata su un torrione della muraglia è la chiesa di S. Rocco. Non possiamo dimenticare la piccola chiesa subito fuori la solenne Porta Saturno di Arpino detta la Madonna del Riparo o S.Giuseppe alla Parata. Se all'esterno essa può apparirci una modesta cappella di campagna, all'interno abbiamo la sorpresa di trovare una vera chiesa cinquecentesca che custodisce opere quali un Crocifisso dello Stolz e una deliziosa statuetta in alabastro, copia originale della Madonna di Trapani del 1400. Particolare della chiesina è il portico antistante l'ngresso, sotto il quale lantico viandante passava mentre si accingeva al periglioso viaggio attraverso i monti.
La religiosità e la fede degli abitanti di Arpino è attestata dalla presenza nel suo territorio di tanti luoghi di culto, costruiti nel corso dei secoli. Agli albori del sec. XI, dal centro religioso di Montecassino s'irradiarono piccoli insediamenti monastici nello spirito della Regola benedettina "Ora et Labora".
Queste comunità religiose costruirono chiesine campestri sui terreni donati dagli abitanti del luogo all'Abbazia di Montecassino. Erano veramente molto numerose, ma di esse ne sono giunte fino a noi, oltre S. Andrea, solamente due: S. Amasio (sec. XII) nei pressi di Montenero dove sorgeva anticamente un tempio romano e S. Lucia nel Vallone di Arpino, oggi completamente rimaneggiata, ma del nucleo originario si intravvede ancora il pronao dell'ingresso laterale, che ha sul portale una lunetta affrescata con l'immagine della Santa.
Di altre prepositure, quali S. Altissimo e S. Martino restano nei luoghi solo i toponimi dati alle contrade dove sorsero.
Non prepositura benedettina, ma ugualmente antica, è la chiesina di S. Sebastiano di cui si trova notizia nella Rationes decimarum (collettorie papali) già nel sec. XIII.
Recentemente, nel 1981, è stata restaurata. Nell'interno, dietro l'altare, ammiriamo un ciclo di affreschi. Di questi Il San Domenico di Guzman e Il San Sebastiano trafitto (con la più antica raffigurazione della città di Arpino sullo sfondo) sono sicuramente del pittore Ambrogio da Ferentino e datati al 1498.
Il San Sebastiano con un Angelo che stacca una freccia è invece di più tarda epoca (forse del 1700/1800). Bella è La Madonna del latte, che interpreta una devozione comune a molti paesi della Ciociaria. Per finire, sulla parete di destra, un'altra raffigurazione del Martirio di San Sebastiano.