Centro della vita sociale, culturale e religiosa cittadina, la Piazza Municipio sorge sul sito dell'antico Forum romano, situato all'incrocio tra gli assi viari principali del decumanus, che comprende le odierne vie Giuseppe Cesari e dell'Aquila Romana e del cardo, corrispondente al tracciato dell'attuale Via del Liceo.
Arrivando dalla via Giuseppe Cesari, che collega il centro con Fuoriporta, si nota sulla sinistra il monumento in bronzo a Caio Mario (1938). Di seguito, si erge la settecentesca facciata della Collegiata di S. Michele Arcangelo, dalle linee sobrie e regolari inframmezzate da elementi decorativi barocchi.
Sulla destra, ad angolo con la Via Cesari, il porticato dell' edificio che ospita il Liceo Ginnasio-Convitto Nazionale Tulliano.
Questo celebre luogo d' istruzione è l'erede del secentesco Collegio dei SS. Carlo e Filippo, a lungo diretto dai Padri Barnabiti. Nel 1814 Gioacchino Murat, allora Re di Napoli, lo costituì "collegio con convitto", riorganizzandone i programmi di studio sul modello dei licei francesi e trasferendone le competenze allo Stato.
Nel 1820 l'istituto venne trasferito nel monastero soppresso delle Cappuccinelle, sede che venne di seguito ampliata con l'aggiunta dei locali dell'ex Teatro cittadino, caratterizzati dall'ampio ed elegante porticato esterno, fino a raggiungere, nel 1890, l'attuale aspetto.
La tradizione di studio del Tulliano, tuttora assai prestigiosa, rivive ogni anno nei giorni del Certamen Ciceronianum Arpinas, che richiama giovani liceali di tutto il mondo che si cimentano su opere di Cicerone, confermando Arpino ed il suo Liceo come veri centri internazionali per la diffusione della cultura classica.
Traduzione dell’epigrafe incisa sul basamento della statua,composta dall’esimio latinista Prof. Guerino Pacitti (1911-1974),già Preside ed Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione
M. TVLLIVS CICERO UNVS OMNIVM EMINVIT LAVDE DICENDI A.D. VII ID. DEC. ARPINI A. MDCCCCLVII |
MARCO TULLIO CICERONE (Arpino 3 gen. 106 a. C. - Formia 7 dic. 43 a. C.) Egli solo si distinse per la gloria dell’eloquenza, arricchì e nobilitò la lingua latina destinata a legare saldamente i popoli alla madre comune (Roma). Difese la libertà soffocata dalle lotte civili e per le lotte civili cadde vittima. Straordinario vanto dell’antica sapienza, banditore universale della comune dignità. Nel bimillenario della sua morte il Centro Studi Ciceroniani. Arpino, 7 dicembre 1957 |
Le iscrizioni che appaiono invece sulle architravi delle finestre riportano il nome della famiglia de Theodinis, che fu proprietaria dell'edificio fino al 1629. Sul lato dell'edificio che dà sulla Via Giuseppe Cesari, un'iscrizione latina ricorda l'antica grandezza di Arpino ed è sovrastata dallo stemma della città.
Torniamo alla Piazza Municipio per osservare il monumento in bronzo a Cicerone (1958), opera dello scultore Ferruccio Vecchi, e il complesso architettonico di Palazzo Boncompagni, che chiude ad angolo retto la Piazza. L'aspetto attuale dell'edificio risale ai primi dell'Ottocento. Sulla facciata di sinistra, a due ordini di finestre, notiamo lo stemma della città e subito al di sotto un'iscrizione latina dedicata a Carlo III di Borbone, a ricordo dell'operato del sovrano in favore della città. Ai lati dell'iscrizione sono visibili i busti di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi.
Sulla facciata di destra, sulla quale si apre una lunga balconata, si notano tre portali, uno dei quali mette in comunicazione la piazza con il Corso Tulliano. Sono inoltre visibili i busti del Cavalier d'Arpino e di San Francesco Saverio Maria Bianchi.Un tempo è stata sede dell'Amministrazione Comunale, attualmente il Palazzo è sede provvisoria della "Fondazione "Umberto Mastroianni" .
Le dedicatarie del monumento erano tre donne della famiglia : "FVFIDIVS NOTVS FECIT V[IVENTIBUS] / FVFIDIAE P.L./ NOTAE SORORI / FVFIDIAE P. LAVGE / MATRI/ FVFIDIAE P.L. /SATVRNINAE V. "