Fuoriporta e il Quartiere Arco

Il Quartiere ArcoDalla Piazza Municipio, costeggiando il complesso del Tulliano, si percorre Via Giuseppe Cesari e si giunge, sulla sinistra, al Piazzetta intitolata a S. Francesco Saverio Maria Bianchi. La statua bronzea del Santo barnabita, nato ad Arpino nel 1743, risale al 1977 ed è opera dell'artista Pietro Giambelluca.
 
Dalla balconata retrostante il monumento si può ammirare un notevole panorama suggestivo del quartiere Civita Falconara e delle mura ciclopiche. Proseguendo, si incontra sulla destra il palazzo secentesco che fu residenza del pittore Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino (1568-1640).

Agli inizi del Novecento, per permettere un migliore accesso in città, tutta l'ala esterna dell''edificio venne abbattuta, insieme all'antica porta nord che si apriva nella cinta muraria. Tuttavia ancora si può osservare lo stretto passaggio, situato al pianterreno del palazzo, che prima costituiva la via d'ingresso in Arpino.

Casa del Cavalier d'ArpinoDi fronte alla casa del celebre pittore, dal lato opposto della strada, si diparte il tracciato dell'antica Via Latina che scendeva verso il Vallone (dove sono visibili, in contrada Stazione, resti dell'originaria pavimentazione risalenti al I-II sec. a.C.) per congiungersi poi alle vie consolari.

Siamo nella zona nota come "Fuoriporta", vera e propria porta d'ingresso alla città. Il lungo e alberato Viale Belvedere, che da qui si snoda, è un abituale ritrovo per le passeggiate degli Arpinati. Dal viale si può godere  uno spettacolare panorama sulla vallata (il "Vallone") e sui colli circostanti, sullo sfondo dei Monti Lepini ed Ernici.
 
Affacciandosi dalla terrazza panoramica, è possibile individuare, seminascosto dalla vegetazione, il rudere di un monumento funerario romano, che la tradizione popolare identifica con la tomba di Saturno, il mitico fondatore della città. Accanto ad esso sorgeva una chiesetta, i resti della quale sono ancora in parte distinguibili, denominata in dialetto "la cona del monumento", e dedicata a S. Apollonia.
Sul lato opposto della strada sono esposte le sculture in ferro opera del grande artista contemporaneo Umberto Mastroianni .

Al principio del Viale una scalinata conduce all'ingresso della raccolta e suggestiva Chiesa della Madonna delle Grazie . La facciata, ariosa e classicheggiante, presenta un ampio pronao sovrastato da tre finestroni.
A destra della chiesa, una rampa in acciottolato conduce verso la Via Arco Torrione. Si percorre la strada per giungere all'ingresso del quartiere Arco. Sulla sinistra, notiamo il grande complesso del settecentesco Istituto S. Vincenzo de' Paoli.

Porta dell'ArcoSituato a nord, il Quartiere Arco si arrampica sulle pendici della collina che sovrasta il centro storico.
 
L'impianto abitativo, sorto a ridosso del tracciato delle mura ciclopiche che scendeva dall'Acropoli verso la città,  ha mantenuto le caratteristiche medievali: un dedalo di vicoli e gradinate spesso scavate nella roccia viva, sviluppatosi attorno ad alcuni antichi percorsi che collegavano il centro con l'Acropoli.
 
Un quartiere che, pur nell'asperità della sua struttura, sa offrire al visitatore che vi si avventuri scorci pittoreschi e splendidi panorami.

Iniziamo la nostra visita partendo dalla Porta dell'Arco (che sostituisce quella più antica che si apriva nella cinta muraria in opera poligonale, accanto ad un antico torrione. Essa era rivolta a nord ed era detta anche Porta Romana. Fu demolita nel 1900).
 
Oggi le mura poligonali e le opere difensive appaiono inglobate nel tessuto abitativo. Si percorre la stretta Via Marco Agrippa, dalla quale si diramano molti vicoli. A destra, l'antica Via Maiura (via Maior), una ripida scalinata che congiunge il quartiere con la via Giuseppe Cesari.

Proseguendo per Via Marco Agrippa, si giunge alla Salita dell'Arco, dove si apre un'ampia scalinata che collega la strada con la sottostante Piazza Municipio. Sulla destra, la casa natale di Giuseppe Polsinelli, patriota e deputato del Regno d'Italia, e il campanile (per gli Arpinati "gl campanare") della Collegiata di S. Michele Arcangelo, innalzato sulla roccia viva, dalla caratteristica cella campanaria "a cuspide" di foggia napoletana.
 
A sinistra si inerpica la Via Greca, citata anche da Cicerone quale percorso di collegamento con l'Acropoli, e così denominata perché con ogni probabilità costruita da schiavi greci. Sempre sulla Via Marco Agrippa, al civico 93, Palazzo Antenangeli, sorto sui resti di un edificio romano.
 
Si torna indietro al "campanaro" per ridiscendere verso Piazza Municipio