di Massino Mastroianni
Le differenze di altitudine, la diversità di esposizione dei pendii, la composizione geologica che caratterizzano il territorio arpinate, danno vita ad una varietà di ambienti colonizzati da molteplici specie vegetali ed animali.
In questo scenario il tempo ha tracciato umili sentieri che inerpicandosi fra rupi scoscese o correndo tranquilli nei prati e nei boschi, raccontano di fatiche ed amori, favole e miserie.
Seguendo uno qualsiasi di essi ci addentriamo nel bosco ombroso di Roverelle e Carpini, fra Pungitopo e Corbezzoli, Corniolo ed Alloro; Ciclamini ed Ellebori ci accolgono numerosi mentre la Ghiandaia, vigile guardiana, fa risuonare il suo grido d'allarme; lo Sparviero rincorre un Merlo nel fitto della macchia, osservato dal suo fiero nemico, l'Astore. Più avanti, sotto lo sguardo attento di un Allocco, usciamo alla luce del sole ed i colori degli Anemoni appaiono nel loro splendore.
Qui il Ginepro è più numeroso e bello ed accompagna il sentiero nella radura, visitata furtivamente nella notte anche da Tassi, Istrici, Martore e Volpi. Gli Scoiattoli allarmati trovano rifugio sugli alberi mentre in lontanza si ode il tambureggiare del Picchio rosso maggiore o la risata irriverente del Picchio verde. Fra sassi e sterpi si nascondono il Cervone ed il Saettone, mentre la Vanessa svolazza sulle Orchidee e sui Cardi fioriti.
Proseguendo il cammino ci addentriamo di nuovo nel folto della macchia dove Aceri e Frassini ben presto vengono sostituiti dal Castagno; nella terra umida è impresso il muso del Cinghiale e più in là, profonde le tane del Moscardino.
Eccoci giunti ai declivi aridi ed irti dove il Gheppio con ali battenti si produce nello Spirito Santo, sopra Lecci e Ginestre, Terebinto e Dondolini.
Tra Cisto ed Asparagi si riscalda la Vipera e, a volte, giungendo dalle Mainarde, la Poiana disegna nelle ore più calde ampie spirali verso lalto. Da qui accompagnati dal Rigogolo e dai rivi una volta popolati da Granchi e Gamberi, raggiungiamo la valle dove lenti scorrono i nostri due fiumi, Liri e Fibreno, nascosti dai filari continui di Salici e Pioppi e visitati di tanto in tanto da Anatre ed Aironi.
Qui ci salutiamo con la speranza di ritrovarci presto sui sentieri d'Arpino e scoprire così le altre meraviglie della nostra natura.