Dalla porta del Ponte si risale il Corso Tulliano per imboccare, a destra, il suggestivo percorso di via dell' Aquila Romana. E' questo il tracciato dell' antico Decumanus romano, l'asse viario più importante della città, che tagliava l'abitato da est a ovest.
Ha conservato a lungo la sua funzione di strada principale fino all'inizio del Novecento, quando venne realizzato il più spazioso Corso Tulliano. Ancora oggi, gli Arpinati la chiamano familiarmente "via vecchia", per distinguerla dal Corso.
Tracce di pavimentazione romana sono oggi visibili all'altezza della Chiesa di S. Domenico, sconsacrata, che ospita il Museo dell'Arte della Lana .
Proprio di fronte alla chiesa, si scorge un portale ad arco gotico, probabile ingresso di una bottega medievale, a testimonianza delle diverse sovrapposizioni urbanistiche ed edilizie che contraddistinguono l'impianto abitativo esistente attorno alla Via, fatto di vicoli, rampe e viuzze.
Eleganti edifici secenteschi e sette-ottocenteschi si affacciano sulla Via dell'Aquila Romana con i loro portali in pietra, spesso adorni di fregi e di stemmi opera di scalpellini locali, alcuni dei quali particolarmente pregevoli.
Sotto la Via, corre il tracciato sotterraneo dell' antica Cloaca Massima di epoca romana, risalente al I sec. a. C. In realtà, tale opera pubblica corre nel sottosuolo di Arpino lungo tutto l'asse est-ovest dell'antico decumano (da Fuoriporta fino alla Porta del Ponte), ma all'altezza di via dell'Aquila Romana essa è venuta alla luce nelle fondamenta di alcuni dei palazzi signorili che si affacciano numerosi sulla storica strada.