Ricostruita nel 13° sec. dopo la distruzione della città del 1252 dall'esercito di Corrado IV e riedificata ancora nel 1533 (iscrizione incisa nell'architrave del portale).
La facciata, sistemata recentemente, conserva nella lunetta sovrastante il suddetto architrave l'affresco di San Andrea, ma quasi completamente distrutto.
Nell'interno ha un interesse particolarmente notevole la pala posta al centro dell'altare maggiore. Essa fu dipinta da Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino (1568-1640), pittore considerato dai suoi contemporanei tra i maestri più insigni del tardo manierismo.
La suddetta pala rappresenta S. Andrea con S. Benedetto; al centro del dipinto, in alto, si notano due angeli e la colomba dello Spirito Santo. L'opera, che è di buona fattura e ben conservata, è racchiusa in una grandiosa inquadratura architettonica composita, di stucco colorato, che fa da fondale al presbiterio.
Ai lati della pala si trovano quattro tele di minori proporzioni, ma di discreta fattura, di scuola napoletana del '600, raffiguranti S. Lucia, S. Pietro martire, S. Anna con Maria bambina e S. Rocco.
In basso, sulle due estremità laterali del muro a cui è appoggiata l'inquadratura architettonica dei suddetti dipinti, si trovano due piccole nicchie rettangolari con incorniciature settecentesche di stucco. Nella nicchia di destra si può osservare un affresco della fine del secolo 15˚
raffigurante la Madonna col Bambino; nella nicchia di sinistra è riprodotto, su pergamena applicata al muro, l'Arcangelo Gabriele, eseguito ad acquarello da un pittore miniaturista del secolo 18°.
Nella navata destra notiamo:
1) Il dipinto che riproduce S. Biagio, eseguito da un pittore popolare del secolo 17°, ai lati del quadro si trovano due piccole tele raffiguranti rispettivamente la Madonna col Bambino (a sinistra) e S. Francesco di Paola (a destra). Sono di autore ignoto napoletano del '700.
2) La Natività della Madonna, copia da un'opera del pittore Sebastiano Conca (Gaeta 1680 - Napoli 1764), autore di notevoli lavori, dal temperamento esuberante, che accoglie nelle sue tele la grazia raffinata del 18° secolo.
In alto, chiuse in una incorniciatura settecentesca di stucco colorato, trovasi un dipinto di buona fattura raffigurante S. Lucia.
3) Il Battistero, eseguito nel 1782 dal viennese Federico Tretter.
Nella navata sinistra è pregevole la pala d'altare del sec. 17° raffigurante S. Giovanni decollato, attribuibile ad un seguace del Cavalier d'Arpino.
Sulla cimasa della bella incorniciatura in stucco cinquecentesca che racchiude la pala del Battista, trovasi una tela sopra-altare con Cristo benedicente, molto fine e delicata, che risale con sicurezza alla seconda metà del sec. 16°.
Vanno inoltre ricordati, sempre nella navata sinistra, il dipinto raffigurante S. Francesco e S. Pasquale, attribuibile ad un pittore napoletano del sec. 18°, racchiuso in una ricca incorniciatura di stucco settecentesca, ed il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino, S. Gaetano e S. Filippo Neri, anch'esso di scuola napoletana del sec.
18°.
A metà della nave sinistra, in alto, dietro una grata, si vede la mirabile immagine della Madonna di Loreto, protettrice della città.
Costruita all'inizio del 18° secolo tutta in cartapesta, tranne gli arti della Vergine che sono di legno ben intagliato, col volto bruno e gli occhi di cristallo, fu rivestita di indumenti di seta e posta nel 1756 su un'artistica macchina di legno, raffigurante la S. Casa di Nazareth trasportata dagli Angeli. È un'opera dello Stolz.
In fondo alla nave sinistra è la Cappella del Santissimo, la cui pala rappresenta il Cristo morto, la Madonna, la Maddalena e S. Giovanni, L'opera, attribuibile ad un pittore romano della fine del '500, è rinchiusa in una fastosa incorniciatura di stucco colorato della fine del sec. 16°. Sovrasta il tutto una lunetta in cui sono riprodotti i simboli della Passione, eseguiti nel sec. 19°.
Nella navata centrale vanno ricordati il pulpito e gli stalli del coro, intagliati in legno nel sec. 17°.
Sulla parete d'ingresso è l'organo, posto su un palco scolpito del sec. 18°. Dagli atti d'archivio risultano pagate le seguenti riparazioni dell'antico strumento che forse risaliva al sec. 17°: "A di 29 nov. 1691. Pagato all'organista carlini 30” (Libro dell'Amministrazione fol. 2 tergo).
“15 nov. 1699. Pagati carlini 35 all'organista di Pastina per ricomodatura dell'organo" (idem fol. 30).
26 mag. 1752. Atto not. Bernardo Notarantonio tra i canonici della Collegiata Chiesa di S. Andrea insieme con le suore del Monastero di S. Andrea ed il sig. Giuseppe Viola napoletano organaro per rimettere a nuovo l'organo "il quale rattrovasi mal ridotto e vi mancano molte canne, e più sono diversi ordegni ed ornamenti necessari e perciò si rende quasi inservibile" (Libro di memorie del Capitolo di S. Andrea).
Attiguo alla Chiesa di S. Andrea è il
MONASTERO DI CLAUSURA DELLE BENEDETTINE
Fondato nel 540 da S. Scolastica, sorella di S. Benedetto, secondo la tradizione orale avvalorata anche dal fatto che la città di Arpino era stata donata l'anno precedente al Monastero di Montecassino. È rimasto fino al 1616 alle dipendenze del Monastero di Subiaco, poi è passato a quelle del Monastero di Montecassino. Ricostruito nel 16° secolo e poi di nuovo nel sec. 18°, conserva quasi intatte le originali forme architettoniche nei locali a pianterreno (magazzini, cucine, refettorio, cortile), le cui strutture hanno forme monumentali di severa grandiosità.